17 aprile 2025
Per accedere all’intervista del Ministro Calderoli, clicca qui
Di seguito la traduzione:
- Signor Ministro, lei definisce storico il progetto di riforma dell'autonomia. Perché è storica?
Perché per tanti anni si è cercato di raggiungere questo risultato, ma nessuno ci era mai riuscito fino ad ora. A maggior ragione se pensiamo che le ultime modifiche risalgono a diverso tempo addietro e che dal 2001, con l’applicazione della riforma del Titolo V, le Province Autonome si sono viste ridurre le proprie competenze. Con orgoglio, posso dire che la riforma è un passo importante per rimettere le cose al loro posto.
___________
- In Alto Adige si dice che i negoziati sono stati duri e difficili. È d'accordo con questa affermazione?
Qualsiasi genere di trattativa ha le sue difficoltà, in politica come in altri ambiti. Ciò che fa la differenza è la volontà di raggiungere un risultato soddisfacente, riconoscendo il giusto valore alle istanze di ciascuno. Volevamo raggiungere un’intesa in questi termini e ci siamo riusciti.
___________
- Quali sono state le difficoltà e le sfide in questo contesto?
Abbiamo intrapreso questo percorso nell’ottobre 2023 con la Conferenza Stato-Regioni di Torino, in cui il presidente Kompatscher, in qualità di coordinatore delle Regioni e Province speciali, consegnò a me e alla premier Meloni la bozza di disegno di legge costituzionale per la modifica di 4 Statuti e in particolare il ripristino dei livelli di autonomia. Ci è voluto tempo per trovare un compromesso ragionevole per tutte le parti in campo, ma il lavoro è stato ripagato. Da qui in avanti, non resta che proseguire.
___________
- Quale valore aggiunto rappresenta la riforma per la Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige e la Provincia autonoma di Trento?
Maggiori tutele per l’autonomia, a partire dalla garanzia dei livelli già raggiunti, rispetto ai quali non si potrà più indietreggiare. Più potere decisionale, con più ampie competenze, che significa anche più responsabilità verso i cittadini, e altri accorgimenti utili a portare maggiore chiarezza. Penso ad esempio alla potestà legislativa esclusiva in materia di piccole e medie derivazioni a scopo idroelettrico, alla gestione della fauna selvatica, ai servizi pubblici di interesse provinciale. Non va dimenticata, poi, per l’esercizio del diritto di voto da parte dei residenti, l’introduzione del concetto di “residenza storica” per chi torna a risiedere in Alto Adige. E ancora, va ricordato il potenziamento della rappresentanza per tutte le componenti linguistiche. Insomma, tante importanti novità che all’autonomia portano qualcosa in più.
___________
- Perché non è stato toccato il criterio dell' “interesse nazionale”?
Tra spinte autonomiste e istanze unitarie era necessario fare sintesi. Da un lato, abbiamo concordato di togliere il limite alle competenze regionali e provinciali, costituito dalle norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica. Dall’altro, abbiamo confermato il limite dell’interesse nazionale, ma va da sé che, in nome del principio di leale collaborazione, lo Stato dovrà confrontarsi con le autonomie interessate prima di far valere l’interesse nazionale.
___________
- Di chi è la firma della bozza, del governatore Arno Kompatscher, del deputato di Fratelli d'Italia Alessandro Urzì o sua come ministro competente?
Posso dire che ciascuno ha dato il suo importante contributo, non ci sono “prime firme” in senso stretto ma ciascuno ha apposto la propria. Aggiungo poi che il merito di questo passo avanti non solo è condiviso da tutti, ma è anche reciprocamente riconosciuto nei fatti. Basti pensare che durante l’ultima riunione svolta presso il dipartimento Affari Regionali, in cui erano presenti non solo i presidenti delle Province Autonome ma anche i principali soggetti politici coinvolti, il consenso è stato unanime. È certamente qualcosa di cui va tenuto conto.
___________
- Come ha vissuto il governatore Arno Kompatscher come partner negoziale?
Convinto delle proprie posizioni e determinato a raggiungere un risultato a beneficio della propria terra. Abbiamo collaborato bene.
___________
- E Maurizio Fugatti?
Vale lo stesso discorso fatto per Kompatscher. Entrambi i presidenti avevano un obiettivo chiaro e la volontà di dialogare col Governo in senso propositivo. E direi che si è visto.
___________
- Che significato ha questa riforma per le altre regioni autonome italiane?
Certamente il lavoro svolto per il Trentino-Alto Adige si può considerare una riforma-apripista anche per le altre regioni speciali. Dopo un avvio in comune con le altre Regioni speciali, abbiamo poi stabilito di procedere alla revisione degli Statuti speciali attraverso singoli disegni di legge costituzionale e di partire dal Trentino-Alto Adige come prototipo, a questo punto possiamo dire vincente.
___________
- Prima che la riforma possa essere approvata, la strada da percorrere è ancora lunga. Crede che la riforma sarà approvata in questa legislatura?
Dal punto di vista tecnico, il prossimo passaggio è ottenere i 5 pareri favorevoli: dei due consigli provinciali, del consiglio regionale, della commissione “misura” 137 e della Conferenza Stato-Regioni. Dopodiché si potrà avviare l’iter in Parlamento, che prevede due approvazioni per ciascuna delle due Camere. Ci siamo dati un orizzonte di legislatura e io sono assolutamente convinto che si possa arrivare all’approvazione entro il 2027. Se proseguirà l’impegno visto in questa fase, perché no?