Intervista sul Corriere della Sera

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Di seguito, il testo integrale dell'intervista:

 

«Anche al Sud siamo andati bene. La Lombardia? Poi vedremo»

«Non felicissimo, di più» per il risultato del Veneto, Roberto Calderoli, ministro leghista per gli Affari regionali, si dice anche «confortato dai risultati di Puglia e Campania» nell’ottica della «sua» riforma: l’autonomia differenziata.

Ministro Calderoli, in Veneto Stefani vince comodamente, e ce lo si aspettava, mentre la Lega è largamente primo partito, nessuna sfida con FdI.
«Il Veneto è l’unica regione in cui il vincitore doppia l’avversario. È un dato ottimo per Stefani e ottimo per la Lega».

Merito di Luca Zaia, come rimarcano a caldo i dirigenti veneti di FdI Luca De Carlo e Raffaele Speranzon?
«Ringraziamo sicuramente Luca Zaia perché si è messo a disposizione, ha fatto una bella campagna elettorale: è una risorsa preziosa. Questo risultato è la conferma di un lavoro di quindici anni, da presidente, che i veneti gli riconoscono. Quel che paga è il buon governo. E la coerenza. Zaia non si è mai spostato di un millimetro».


Cinque anni fa, con Zaia candidato alla riconferma, Lega e la lista del presidente insieme avevano superato il 60 con la civica al 44%.
«Confrontare i risultati con una civica non ha senso. Sono sicuro che Stefani tra cinque anni, governando bene, potrà avere una sua civica e fare un ottimo risultato. Il confronto però facciamolo con gli ultimi dati. Guardiamo al risultato della Toscana, quando la Lega era al 4,3. Non avrebbe fatto presumere gli ottimi risultati raccolti in Campania e Puglia: com’era la storia che le preintese sull’autonomia, che abbiamo sottoscritto, avrebbero danneggiato la Lega nelle urne? Evidentemente anche tra i campani e i pugliesi c’è chi crede in questa grande riforma».

Come dire che ritiene di avere ancora più motivo per proseguire con l’autonomia?
«Andiamo avanti con slancio. Ma i risultati delle Regionali non avrebbero influito comunque: l’autonomia è un punto fondamentale del programma di questo governo che portiamo avanti con determinazione. Ho avuto l’autorizzazione della presidente Meloni per le preintese e so che rispetta la parola data. Possiamo però dire che i risultati pugliese e campano mi confortano».

E che Vannacci sia stato meno presente in questa campagna elettorale che nelle precedenti avrà giovato alla Lega?
«Vannacci in Veneto è venuto».

 Tornando agli equilibri interni alla coalizione, la Lega che doppia o quasi il partito della premier in Veneto mette in discussione gli accordi sugli assessorati che spetteranno nella giunta regionale a FdI?
«Io di questo accordo non so nulla. Sono convinto che Stefani, al quale spettano queste valutazioni, manterrà gli impegni presi».

E riguardo all’intesa con FdI che, cedendo sul Veneto, rivendica di esprimere il candidato presidente della Lombardia? Anche quell’impegno sarà mantenuto?
«Ma questa è una cosa che gira solo nelle teste dei giornalisti. Volete davvero discutere oggi del candidato di una Regione al voto nel 2028? Anche se nel 2027 si vota per le Politiche? È paradossale».

Invariati anche gli equilibri nazionali ?
«Non cambia nulla. C’è un programma di governo e sarà portato a termine».