Audizione del Ministro Costa in Commissione parlamentare per le questioni regionali

“Dobbiamo rafforzare ulteriormente, e in modo sempre più coordinato e fluido, le forme positive di cooperazione tra Stato, regioni, enti locali”.

 

Lo ha detto il Ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa, intervenendo oggi in audizione presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali, a Palazzo San Macuto, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’esame della relazione all’Assemblea sulle forme di raccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali e sull’attuazione degli Statuti speciali.

Il Ministro ha evidenziato come, a fronte di un numero “certo rilevante” di leggi approvate dalle regioni in Italia - 692 nel 2015 e 722 nel 2016 -, il numero delle impugnazioni statali risulta essere “molto contenuto”: sono state infatti 62 le leggi regionali impugnate nel 2015 (l’8,9% del totale) e 58 nel 2016 (8%). Le impugnative statali accolte dalla Corte Costituzionale, con le decisioni assunte tra il 2015 e il 2016, sono state 45, 11 accolte parzialmente, 16 rigettate e 2 estinte.

Il ridotto numero di impugnazioni è dovuto anche a “una precisa scelta del Governo”, ha detto il Ministro, sottolineando la centralità del principio di leale collaborazione. “Si tratta di una linea - ha aggiunto - che, di fronte alle leggi regionali su cui le amministrazioni statali sollevino dubbi di incostituzionalità, spinge a ricercare un’intesa con la singola regione e ottenere da essa un impegno a cambiare il testo, evitando così l’impugnativa statale. In molti casi la modifica arriva prima, in altri successivamente”.

Una visione che, secondo Costa, finora ha dato esiti “in chiaroscuro”. “Degli impegni assunti dalle regioni tra il 2015 e il 2016 – ha specificato -, il 72% risulta attuato, il 5% attuato parzialmente e il 23% non attuato”.

“Sono dati - ha commentato il Ministro - che dovrebbero essere analizzati caso per caso. Potrebbe forse essere opportuno prevedere un salto ulteriore, e consentire alle regioni di sottoporre alle amministrazioni centrali, in forme e modalità da determinare, e al livello di esame legislativo che esse ritenessero più opportuni, testi di legge in itinere. Questo consentirebbe loro di interloquire con lo Stato e contribuirebbe a una degiurisdizionalizzazione del contenzioso, trasformando i rapporti tra legislatore regionale e Stato secondo modalità più dinamiche e positive di confronto, certo utili a tutti e in particolare ai cittadini”.

 

 

*testo a cura dell'Ufficio Stampa

 

 

 

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