Autonomia, l’intervento del ministro Calderoli durante l’audizione del professor Cassese

 

“Ringrazio il professor Cassese non solo per l’audizione di oggi, 27 settembre, ma per il grande lavoro che ha dovuto svolgere, credo di avergli conferito una mission impossible e credo anche che tutti i giorni stramaledica il giorno in cui ha accettato questo incarico per le difficoltà che si è trovato ad affrontare nel corso dei lavori, anche per la gestione di un gruppo così numeroso e composto da figure tanto autorevoli.
Sono sempre stato convinto che fosse necessaria una risposta alla lettera m dell’articolo 117, secondo comma, della Costituzione, quindi definire i lep indipendentemente da chi venissero forniti, che sia lo Stato, le Regioni, le Province o i Comuni.
Mi spiace vedere che questa sensibilità si è sviluppata solo dopo 22 anni e non già prima, nel corso di questi 22 anni successivi all’entrata in vigore del nuovo Titolo V della Parte seconda della Costituzione.
Mi spiace anche che qualcuno critichi il fatto di aver voluto iniziare a definire i lep, partendo dalle 23 materie previste dalla Costituzione, all’art. 116, terzo comma, con riguardo all’autonomia differenziata.
Nessuno si è mai spinto così avanti. Noi l’abbiamo fatto perché, qualora avvenisse un ipotetico trasferimento di una funzione, deve esservi un parametro a cui fare riferimento per fare in modo che quella funzione porti comunque la garanzia delle prestazioni.
Io stesso ho avuto modo di comprendere meglio i lep grazie al grande lavoro del Comitato, che ho seguito parallelamente e che, al di là della mia partecipazione per l’insediamento, ho lasciato libero di lavorare in autonomia e senza alcuna influenza di natura politica.
Penso che le prestazioni, ovvero i servizi che assicurano i diritti, debbano essere applicate su tutto il territorio nazionale, ma penso anche che, nel caso dell’autonomia differenziata, la definizione dei lep sia un elemento indispensabile fin dal momento in cui c’è una richiesta di particolari condizioni di autonomia da parte di una Regione.
Nel momento in cui una Regione ha piena coscienza di voler richiedere una materia, un ambito di materia o delle funzioni, conoscere i lep da garantire costituisce un punto di partenza imprescindibile.
Questa informazione inoltre è utile per il Governo, nell’avvio della trattativa, e anche per il Parlamento, sia al momento dell’atto di indirizzo sulle pre-intese, sia al momento del voto sulle intese.
A chi dice che bisogna stabilire fin dal principio tutto il quadro dei lep prima di procedere, ricordo che alcuni lep esistono già (e lo ricordava lo stesso professor Cassese).
Essi sono stati definiti nelle maniere più svariate: leggi, dpcm, decreti ministeriali, circolari, addirittura un lep arriva da una intesa in conferenza Stato-Regioni.
Nessuno ha avuto nulla da dire nel momento in cui venivano definiti singolarmente, prima di aver definito tutti gli altri.
Sono convinto che a voler subito tutto, non si ottenga mai niente. Quindi l’impegno è partire da un punto, in questo caso dalle 15 materie su 23 previste dalla Costituzione che – secondo lo stesso Clep - devono prevedere dei livelli essenziali delle prestazioni, per poi procedere oltre.
C’è anche chi sostiene che questo metodo potrebbe creare problemi nell’erogazione di tutti quanti i lep. Ebbene, ipotizzando per assurdo che tutte le Regioni chiedano di colpo tutte le materie, la cifra in questione per parte statale è meno di 170 miliardi all’interno di un bilancio di circa mille miliardi.  Si tratta peraltro di prestazioni che lo Stato avrebbe già dovuto garantire.
Dunque è inutile girarci intorno, le scelte sono due: o ammettere di vivere in uno Stato incostituzionale, che non eroga quello che dovrebbe essere garantito dalla Costituzione, oppure avviare un lavoro difficile e complicato, iniziando a determinare i lep nelle 15 materie, per poi andare avanti.
Una volta che il Clep avrà concluso i lavori di valutazione qualitativa, si passerà poi alla fase quantitativa di definizione di costi e fabbisogni standard con la Commissione tecnica per i fabbisogni standard, Sose, Cinsedo e Istat.
Il livello ci dirà quale prestazione devo garantire, poi si definirà il come garantirle e ovviamente con quante risorse.
Per dirla con una battuta, mi rifaccio all’art. 198 della Costituzione. Un articolo inesistente ma che è la somma degli articoli 117 e 81, in cui l’ultimo fa riferimento all’equilibrio di bilancio e alla copertura delle leggi di spesa e da quello non si può prescindere.
Aggiungo poi che il mio obiettivo è andare avanti in questo percorso anche al termine dei lavori del Clep, che il professor Cassese ha fissato entro ottobre, un lavoro che deve necessariamente esaurirsi, per legge, entro la fine dell’anno.
E’ mia intenzione che prosegua l’approfondimento su tutte le altre materie, continuando nel solco del lavoro del Clep ma con riferimento a tutte le prestazioni che lo Stato deve garantire.

All’inizio di questa sfida sapevo di dover faticare per mettere in moto un motore che non si era mai mosso, adesso il motore si è avviato e lavora.
E’ mia intenzione proseguire convintamente in questa direzione.

 

(Testo a cura dell'Ufficio Stampa)